Smania di Faceapp e privacy

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Faceapp a tutti i costi

Faceapp è il trend del momento. La vecchiaia, un processo lento e inesorabile. Strano animale l’uomo. Da giovane vuole crescere subito. Da anziano vorrebbe tornare giovane. Da un po’ di giorni impazza Faceapp, una delle ennesime social app che pare tutti non riescano a fare a meno di usare. Un paio di curiosità ci stanno.

Dove andate su Faceapp?

Quando elaborate un selfie con Faceapp, questo passa dai server della russa Wireless Lab OOO di San Pietroburgo. “Per generare questi filtri, come la vecchiaia, si usano reti neurali generative avversarie, che devono girare su computer potenti”. Questo è il commento di Luca Sambucci, esperto di Eset, società di sicurezza informatica. La potenza di calcolo di uno smartphone non basta.



 

On line, per forza

La prova del nove? “Se sei in modalità aereo, la app non funziona e ti segnala di collegarti a internet. Dimostra che l’immagine va sul loro server”. Su questi server le foto restano archiviate per un tempo indefinito, potenzialmente per sempre. Perché la società non si cura di dichiarare per quanto tempo le conserverà. Né dove. I dati “potranno essere archiviati e lavorati negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese in cui Faceapp possie le infrastrutture”. È quello che si legge nella privacy policy.

Il trucco di Faceapp

Faceapp dichiara di avere base negli Stati Uniti. Su Google Play si fa riferimento a un indirizzo a Wilmington, città del Delaware (considerato uno dei paradisi fiscali Usa). A occhio, senza avere una vera scrivania là, ma solo una casella di posta. Per la società di analisi di mercato Sensor Tower, solo a giugno 2019 Faceapp è stata scaricata 400mila volte e ha generato 300 milioni di cash.

In barba alle regole europee

Se i server fossero davvero negli Stati Uniti, Faceapp si dovrebbe premurare di ricordare che partecipa al Privacy Shield. Questo è l’accordo tra Washington e l’Unione europea per tutelare i dati dei cittadini europei secondo le norme del Gdpr . Ma non c’è nessun cenno, quindi zero garanzie per i cittadini europei che avessero reclami da fare. Più in generale sembra che dalle parti di San Pietroburgo non si siano accorti che il Gdpr è entrato in vigore il 25 maggio 2018. “Il regolamento ha un’applicabilità particolare: se è presumibile che il servizio sia offerto sul territorio europeo, si applica”, spiega Ivo Tarantino, portavoce dell’associazione di consumatori Altroconsumo. Il trattamento privacy di Faceapp, però, è fermo al 20 gennaio 2017. “E non l’hanno cambiato di una virgola”.

Far West digitale

Di fatto, quindi, viola l’articolo 3 del Gdpr, che “prevede l’estensione del regolamento anche a quei trattamenti effettuati da un titolare non stabilito nell’Unione, che pero riguardi l’offerta di beni o servizi agli interessati che si trovano nell’Unione". Insomma.. Vi volete rivedere giovani? Prendete una vecchia foto. Volete vedervi in vecchiaia? Abbiate pazienza.

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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