Atari. Tornerà grande o resterà storia?

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Un salto indietro nel tempo

Con l’annuncio che Atari sarebbe tornata sul mercato con la produzione di una macchina ibrida console/PC, immancabilmente il mio pensiero si è rivolto al suo glorioso passato. Così come fu per la rivale storica Commodore non tutte le sue operazioni commerciali furono un successo. Resta il fatto che il suo marchio diede inizio ad una rivoluzione: quella delle console, iniziata nel lontano 1977 con la Atari 2600. Chissà se Atari saprà risorgere dalle sue ceneri come una meravigliosa fenice… Una casa che ha dato il via ad un mondo!

Atari 2600

Atari 2600: è stata indubbiamente la console di maggior successo prodotta da Atari nonchè la più venduta. È stata commercializzata fino al 1991: un record considerati i ritmi frenetici della industria ludica odierna. Cuore della console una cpu MOS 6507 in grado di accedere solo a 8 kB di memoria, ulteriormente diminuita a 4 kB per via della limitazione della porta di espansione. Della gestione grafica se ne occupa il processore TIA (Television Interface Adaptor) ad opera di Jay Miner. TIA ha una tavolozza di 128 colori in NTSC e PAL-M (il sistema di gestione del segnale video usato in Brasile), ridotti a 108 in PAL e a soli 8 nel caso di segnale di tipo SECAM. Il TIA gestisce anche 2 canali audio e l’input dei joystick e dei paddle.

Atari 5200

Atari 5200: è stato il primo tentativo di dare un successore al fortunato 2600. Fu una console sfortunata per svariate ragioni: la sua stazza ingombrante e la incompatibilità software con il precursore 2600. Le vendite sottotono paragonate a quelle della console rivale Coleco di Mattel convinsero Atari ad abbandonarla dopo soli due anni di commercializzazione (dal 1982 al 1984).

La base tecnica non era male

Presentava una CPU derivata dal processore MOS 6502 operante a 1,79 MHz affiancata dai coprocessori ANTIC e GTIA (upgrade del precursore TIA). Permettevano di generare un segnale video con risoluzione massima di 320×192 pixel con 16 colori su schermo da una tavolozza di 256. L’audio era gestito dal coprocessore POKEY, che si occupava anche delle 4 porte joypad della console. Altro grande difetto della console i suoi pad: la croce direzionale non aveva un sistema di “autocentramento” (cioè la capacità di tornare in posizione neutra quando non utilizzato) e i 2 pulsanti di fuoco, complice la membrana utilizzata per azionarli, si usuravano molto rapidamente.

Atari 7800

ATARI 7800: preso atto del fallimento della serie 5200, nel 1984 Atari presenta il modello 7800. Inspiegabilmente la console sarà commercializzata però nel 1986, tardi per conquistare terreno rispetto le console 8 bit avversarie, il Nes di Nintendo e il Master System di Sega.

I computer 8 bit

Nel frattempo Atari cercò anche di presidiare il neonato mondo dei computer 8 bit. Fu presente in questo settore dal 1979 al 1992. La base tecnica di queste macchine era il processore MOS 6502 ed avevano una base hardware comune, cosa assai rara. I primi due computer in codice si chiamavano Candy e Colleen, successivamente battezzati 400 e 800. Questi due modelli ebbero un buon successo commerciale.

La serie XL e il flop

Con l’introduzione di nuove specifiche si rese necessaria una nuova serie di macchine. Atari fece uscire il suo XL1200 nel peggior periodo possibile: la Texas instruments fece il suo ingresso nel mondo dei computer e per tagliarli fuori la Commodore abbassò i prezzi delle sue macchine. Il 1200 era tagliato fuori, troppo costoso da produrre e poco redditizio. Atari corse si ripari con delle serie postume: XL 600 e 800. Erano buone macchine, con alcune chicche al loro interno e tutto sommato vendettero discretamente.

La serie XE

Nel 1984 il signor Jack Tramiel lasciò la Commodore, ufficialmente per motivi personali. A luglio dello stesso anno acquistò il comparto computer Atari. Fu appunto scorporata la parte legata ai videogiochi che prese il nome di Atari games. Così nel 1985 furono presentate la 65XE e la 130XE. Il mercato non premiò quelli macchine e con la fine della crisi del reparto videogiochi Atari mise in vendita la XE game system nel 1987. Era un computer per giocare, dotato di tastiera, joystick e pistola. Nel 1992 Atari cessò lo sviluppo dei suoi otto bit.

Il mondo 16 bit

Parallelamente allo sviluppo di macchine a 8 bit Atari sviluppò la serie ST a 16 bit. La storia ci racconta che questa serie di computer doveva venir sviluppata grazie ad una concessione dell’uso della tecnologia del progetto Amiga. Lo stesso Tramiel provò ad acquisire in toto il progetto in questione. Ma la commodore lo anticipò e ne nacque una battaglia legale che è durata anni. Ad Atari rimase tra le mani una macchina a 16 bit non più all’avanguardia. Tuttavia grazie alla messa in commercio a prezzi più bassi ebbe una buona diffusione. Il suo più grande utilizzo fu però in ambito musicale grazie alle sue porte midi integrate.

Il Lynx

Atari si buttò anche nel mondo delle prime console portatili e dovette combattere una guerra impossibile da vincere con il più semplice game boy della Nintendo. Il Lynx era una console futuristica, la prima con display a colori retro illuminato. Supportava una specie di gioco in rete grazie al comlynx, aveva zoom hardware e una CPU 3D dedicata. Tecnicamente non c’era paragone ma rispetto al game boy questa console era più grande e più pesante. Soprattutto aveva una scarsa autonomia: con sei pile stilo di giocava un paio d’ore. Il marketing di Atari fece un ulteriore errore, ovvero rendere grande la console per dare un’idea di importanza al danaro speso. Difatti gran parte della console era vuota e la nuova generazione di giocatori scelsero macchine più compatte e leggere.

Il declino

Anni di vicende legali fecero crollare il valore di Atari. Passò di mano in mano più volte ma nessuno seppe più valorizzare e dare luce ad un nome che è stato tra gli artefici di questo mondo di cui noi nutriamo passione. È un vero peccato che questo patrimonio rischi di andare distrutto. Il passato pare non aver insegnato molto al presente e le scelte di marketing per il misterioso Ataribox, o Atari VCS, sono ad oggi un disastro.

Tornerà grande?

Sono infatti passati anni dalla sua presentazione nel 2017 e il suo lancio posticipato più volte. Chi avesse prenotato la macchina sta ancora aspettano visto che a marzo 2019 è stato annunciato un ulteriore ritardo. Questo perché ormai la macchina pensata due anni prima era già vecchia. Nel frattempo gli altri non stanno a guardare. Stadia è lì, pronta a mettersi di traverso. Xbox e Sony a breve lanceranno le loro next gen é Nintendo ha sempre il suo numero di acquirenti grazie a prodotti sempre diversi e originali. C’è la farà Atari a tornare tra i big? Fateci sapere le vostre esperienze e  ciò che pensate per il futuro di questi marchio.



Vi saluto amici di commodoreblog.com e vi consiglio qualche nostro articolo.

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Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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