Paperboy, ovvero l’Odissea di Pierino il Postino

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RETAGGI DI UNA CULTURA FONDATA SULLA COLAZIONE

Due delle figure che più mi affascinavano della cultura anglo-sassone erano i lattai e i “paperboy”, da noi erroneamente confusi con i Postini. Erano quei lavoratori che si alzavano presto la mattina per distribuire alle famiglie del Paese il litro di latte fresco ed il quotidiano appena uscito dalle stampe. Quelle fondamentali persone che permettevano di iniziare con il piede giusto la giornata erano la spina dorsale di una cultura che si fondava sulla famiglia borghese, pronta a dare tutto per coltivare il sogno “americano”.

POSTINO O “RAGAZZO DEI GIORNALI”?

Da noi non esiste la figura del “ragazzo dei giornali”, tanto che una traduzione di “Paperboy” non esiste. Il lavoro che più si avvicina ad esso è quello del Postino, da qui la traduzione italiana del gioco in “Pierino il Postino”.

Nel 2002 ho lavorato per tre mesi come Postino immaginando di comportarmi come il protagonista del gioco ma i capi mi hanno avvisato che un atteggiamento del genere avrebbe probabilmente portato al licenziamento diretto. Peccato, perchè mi sarebbe piaciuto lanciare quei pochi quotidiani che distribuivo e cercare di fare l’ “Occhio di Falco” delle cassette postali.

LA DURA VITA DEL RAGAZZO DEI GIORNALI

Ai tempi del Commodore 64, Paperboy è stato uno dei giochi più consumati del mio archivio. Una sfida originale, particolare, stimolante e che mi portava a pensare che forse un giorno avrei potuto fare le stesse cose nella realtà. Come ho scritto prima, niente di più sbagliato.

Ma non perdiamoci in troppe chiacchiere e cerchiamo di capire lo scopo del nostro “Pierino”; nemmeno a dirlo, il Protagonista con il suo pacco di giornali deve centrare perfettamente le cassette postali e distribuire più quotidiani possibile nell’arco della giornata.

Il lavoro non sarà naturalmente una passeggiata e rompere il vetro di una casa alla fine sarà un normale incidente di percorso perchè le vere insidie sono altre: cani, passanti, automobili, macchinine giocattolo, tagliaerbe indemoniate, ninja sovrappeso, motociclisti. Tutto quello che è immaginabile in una via, e anche oltre, è letale per il nostro “Pierino” che al solo contatto con queste avversità perde l’equilibrio cadendo dalla sua bicicletta e giocandosi così una delle sue vite. Attenzione: anche le grate delle strade sono un pericolo mortale per il nostro Eroe!

LAVORARE STANCA

Nell’immagine sopra possiamo notare ben tre tratti distintivi di questo gioco: il vetro rotto a causa di un giornale lanciato con mira decisamente scarsa, un copertone selvaggio che prende in pieno il nostro lavoratore ed infine, sul marciapiede, un pacco di giornali da recuperare per una maggiore riserva di quotidiani.

“PIANO E SVELTO”

Uno dei trucchi, oltre ad imparare a memoria gli eventi accidentali del gioco che si presentano a cadenze pre-programmate, è quello di accelerare e rallentare in continuazione. Accelerare per aver più chance di schivare gli ostacoli, rallentare per un lancio del giornale più preciso. Ma la giornata del nostro “Postino” è molto lunga e non si ferma sull’asfalto della strada…

PAPERBOY IN MTB

Alla fine del quartiere, infatti, “Pierino” dovrà cimentarsi nello sterrato e in una serie di salti e tiri al bersaglio per collezionare punti bonus ulteriori che gli permetterà di evitare il licenziamento a fine settimana. Un percorso non difficile ma che non ti permette di distrarti un attimo pena, of course, caduta dalla bicicletta ormai da rottamare.

LICENZIAMENTO O DIMISSIONI?

Concluso il percorso, o terminate le vite “giornaliere”, ci verrà mostrato un grafico che mostra quanti giornali sono stati correttamente distribuiti nelle case del quartiere. Al termine, si passerà quindi al giorno successivo, il martedi, nella speranza di non essere licenziato prematuramente causa scarsa efficienza lavorativa.

Cos’è in sostanza “Paperboy”, tradotto fantasiosamente in “Pierino Il Posto” in Italiano? E’ un gioco tipico da “Commodore 64” anche se è stato originariamente sviluppato per l’Atari per poi essere convertito in diverse altre piattaforme. Un gioco breve: la carriera del nostro Paperboy dura una settimana di lavoro per un totale effettivo di un quarto d’ora di partita, minuto più minuto meno. E’ un gioco semplice perchè gli ostacoli sono sempre gli stessi e si comportano in maniera meccanica, senza alcuna sorta di imprevedibilità. Ma è anche un gioco stimolante perchè ti spinge a fare sempre meglio, a cercare il record di consegne, partita dopo partita.

Paperboy è un classico che potrebbe attirare qualche giovane, tentato di farsi qualche minuto di leggerezza con l’unico impegno di memorizzare, e non è un’impresa ostica, tutte le avversità. Un caro saluto agli amici di Commodoreblog.com. Vi lascio qualche curiosa, lettura dal nostro blog

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Christian Miglio

Christian Miglio detto L'Anziano, tecnico per le telecomunicazioni, appassionato di retrogame e degli anni 80 in maniera viscerale, collezionista di retrocomputer, giocattoli e videogame. Amante del Commodore 64 che possiede tuttora funzionante!

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