1990 – Secret of Monkey Island

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Correva l’anno 1990, George Lucas, decise di produrre quella che diventò una delle più famose saghe videoludiche, creando una storia mai raccontata prima da nessuno, fu così che nacque Secret of Monkey Island!

È stato ideato da Ron Gilbert, con l’aiuto di Tim Schafer e Dave Grossman: gli stessi tre autori realizzeranno anche il seguito, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge.

Secret of Monkey Island

è una classica avventura grafica del genere “punta e clicca” (come già accennato prima)

Si basa sul paradigma dell’interazione soggetto-oggetto, per cui vi sono una serie di azioni da fare al fine di poter progredire nel gioco

Detto in questa maniera potrebbe sembrare assolutamente noioso

Ma il successo che ben 30 anni or sono ha creato questo primo gioco va fuori da ogni preconcetto.

Questo gioco è stato prodotto per le seguenti piattaforme e sistemi operativi: MS-DOS, Amiga, Mac OS, Atari ST, Sega CD, FM Towns

Secret of Monkey Island: Una storia di pirati fantasma, duelli a insulti, e birra di radice!

Ebbene si non state sognando, l’ironia che ha permeato, permea e continuerà a permeare questa saga non avrà limite.

La trama di Secret of Monkey Island è molto semplice, impersoniamo il giovane Guybrush Threepwood , sempliciotto con l’aspirazione di diventare un temutissimo pirata, a tal fine si reca sull’isola di  Mêlée, capitale dell’Arcipelago composto dalle tre isole Mêlée, Plunder e Booty.

Guybrush e le sue evoluzioni nel tempo

Qui, incontra tre “pirati dall’aspetto importante” che gli indicano quali sono le tre prove da superare per poter diventare un temuto pirata:

1) rubare l’idolo dalle mille mani dalla villa della governatrice Elaine Marley (non tenendo conto del fatto che si sarebbe innamorato di lei…);

2) sconfiggere il maestro di spada dell’isola di Mêlée, Carla, in un duello ad insulti;

3) trovare un favoloso tesoro nascosto!

Ma a rompere le uova nel paniere arriverà il nemico più cattivo, brutto e ostico mai visto in un videogames, il pirata fantasma LeChuck, anche lui innamorato della bella governatrice, al punto da rapirla e portarla sulla mistica isola di Monkey Island!

Il nostro intrepido Guybrush dopo aver contrattato l’acquisto di una nave dalle sudaticce “mani in movimento” del mitico venditore Stan, e aver trovato l’equipaggio adatto, correrà in suo soccorso.

Non voglio rovinare troppo della trama raccontandovi tutto tutto, anche perchè è un gioco tutto da giocare, ma vi dico solo che la root beer svolgerà un ruolo fondamentale nella sconfitta del pirata fantasma.

Non mancheranno ovviamente le situazioni improbabili, dialoghi al limite del surreale nonchè un utilizzo sicuramente poco consono degli oggetti…

Secret of Monkey Island: l’interfaccia SCUMM

SCUMM è l’acronimo di Script Creation Utility for Maniac Mansion (Utilità di creazione script per Maniac Mansion), un’applicazione creata dall’allora Lucasfilm Games (oggi defunta LucasArts) per semplificare lo sviluppo dell’avventura grafica Maniac Mansion.

Il gioco, utilizza il sistema SCUMM con la classica interfaccia nella parte inferiore della schermata, composta da verbi che vanno cliccati per compiere l’azione voluta (ad esempio, per raccogliere un oggetto si seleziona il verbo “Prendi” e poi l’oggetto vero e proprio).

Anche l’inventario degli oggetti posseduti è mostrato sotto forma di etichette di testo cliccabili.

Il gioco uscì ufficialmente anche in italiano.

A differenza dei precedenti titoli SCUMM, il giocatore controlla solo un personaggio.

Il gioco è rappresentato in terza persona, su scenari dotati di profondità e di scorrimento orizzontale, ed è possibile muovere Guybrush attraverso un cursore comandato via mouse, tastiera o gamepad.

Per gli spostamenti a grandi distanze si utilizza sempre il cursore su una mappa dell’isola corrente.

Durante parte dei dialoghi viene visualizzato il primo piano dell’interlocutore, come nel precedente Indiana Jones and the Last Crusade sempre di LucasArts; negli altri casi il testo appare in sovraimpressione sulla scena normale.

Si affrontano anche dei duelli con la spada, ma non si tratta comunque di sequenze d’azione: la vittoria dipende solo dalla giusta selezione delle risposte argute e offensive da dare all’avversario.

In vari capitoli del gioco Monkey Island compare lo Scumm Bar, così chiamato in onore dell’applicazione che ha permesso la creazione di questi (e tanti altri) giochi. Il nome del locale fu cambiato a partire da Fuga da Monkey Island in Lua Bar in quanto il nuovo motore grafico GrimE sfruttava il linguaggio Lua.

L’interfaccia SCUMMVM: dalle ceneri dello SCUMM

Una comunità di videogiocatori affezionati alle avventure grafiche ha dato avvio al progetto ScummVM: si tratta di un interprete SCUMM di piccole dimensioni programmato in C++ e basato sulle librerie SDL, il che gli permette di funzionare su numerose piattaforme sulle quali questi giochi non funzionerebbero più, e su molte che non esistevano quando SCUMM nacque.

ScummVM versione 1.0.0

Il motore esegue i giochi programmati con SCUMM ma anche giochi di altre case.

Secret of Monkey Island: Filosofia di gioco, c’è uno studio dietro

Nel 2004, Ron Gilbert ha pubblicato nel suo blog un saggio che scrisse nel 1989, prima di intraprendere il lavoro sul gioco.

In questo testo, intitolato Why Adventure Games Suck (Perché i giochi di avventura fanno schifo), Gilbert criticava le avventure grafiche dell’epoca, e stilava un dodecalogo di fattori secondo lui necessari a rendere il genere maturo.

Queste regole, come ad esempio la rimozione della “morte istantanea“,

In The Secret of Monkey Island fu introdotta una filosofia come quella di avere nel gioco un obiettivo chiaro e identificabile ed enigmi in grado di far avanzare la storia, oltre alla rimozione della morte, questi fattori caratterizzarono in seguito tutta la produzione di avventure LucasArts.

In buona sostanza il fatto di non morire mai, insieme a tutti i fattori sopra evidenziati, garantiva una longevità migliore, oltre ad una spinta a continuare a giocare, se non altro per “vedere come andava a finire“.

Per chi volesse cimentarsi nella lettura ecco il link del saggio di Ron, Why Adventure Games Suck.

Secret of Monkey Island: Versioni

Il gioco fu originariamente pubblicato nel 1990 in floppy disk per Atari ST, Macintosh e Personal Computer, dotato di grafica EGA a 16 colori (oppure in CGA a 4 colori).

Curiosità, fu una delle prime avventure grafiche (insieme a Loom) ad utilizzare un sistema di scaling dei personaggi, in grado di ingrandire o rimpicciolire le sprite in base alla loro posizione sullo schermo.

Alcuni mesi dopo uscirono un’altra versione PC, dotata di grafica ridisegnata in formato VGA a 256 colori, e la versione Amiga, che utilizzava gli sprite della versione EGA con gli sfondi in VGA, ridotti però a 32 colori effettivi, e con arrangiamento musicale da parte di Chris Hülsbeck.

Un’ulteriore versione PC fu pubblicata nel giugno del 1992: questa volta in CD-Rom, sfruttava tracce audio e utilizzava una versione aggiornata dell’interfaccia grafica.

La vecchia versione utilizzava infatti l’interfaccia già vista in titoli come Maniac Mansion e Zak McKracken and the Alien Mindbenders, dotata di dodici “verbi” e con inventario testuale; la nuova versione riduce i verbi a nove (eliminandone tre poco usati), e aggiunge le icone per gli oggetti nell’inventario. La versione CD-Rom sarà convertita per FM Towns e Sega CD.

The Secret of Monkey Island Special Edition 2009

Secret of Monkey Island: Il Remake

The Secret of Monkey Island – Special Edition è un remake di The Secret of Monkey Island, prodotto per le piattaforme PC/Mac, Xbox Live Arcade, PlayStation Network e iOS, pubblicato il 15 luglio 2009. L’edizione speciale è dotata di grafica totalmente ridisegnata in risoluzione widescreen 1920×1080, dialoghi interamente doppiati (il gioco originale ne era privo) e colonna sonora rieseguita e rimasterizzata per l’occasione.

L’interfaccia grafica è stata riprogettata rispetto alla versione originale, adattandola all’ampia gamma di dispositivi per i quali è pubblicata la nuova edizione, nascondendo “verbi” e inventario che occupavano una parte significativa dello schermo.

Non più presenti nella parte bassa della schermata, sono richiamabili in menu separati che appaiano sullo schermo alla pressione di un tasto.

È stato integrato nell’interfaccia un sistema di suggerimenti a tre livelli.

Per evitare (a detta degli sviluppatori) che i nuovi giocatori passassero più tempo a cercare aiuti su internet invece che a giocare, mantenendo così l’esperienza di gioco più immersiva.

Una funzione pensata ed introdotta espressamente per i nostalgici giocatori della versione originale permette di passare dalle grafiche migliorate a quelle originali a 256 colori senza interrompere il flusso di gioco.

Questa operazione effettua una transizione immediata tra le musiche rimasterizzate, (con effetti sonori ambientali e doppiaggio dei personaggi), alla versione originale CD Audio della colonna sonora.

Secret of Monkey Island… andiamo a teatro!

Il 21 e il 29 maggio 2005, un gruppo di studenti della Hammond High School in Columbia, Maryland (USA) ha realizzato una versione teatrale di The Secret of Monkey Island.

Capeggiati da un fan della serie, Chris Heady, hanno ottenuto i diritti da LucasArts.  

Recensione iniziale tutta mia, grazie a Wikipedia per tutte le info tecniche e curiosità del caso!

L’angolo dell’Anziano!!! E’ qui!

Lets’rock!

In conclusione come sempre vi consiglio qualche nostra buona lettura:

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Christian Miglio

Christian Miglio detto L'Anziano, tecnico per le telecomunicazioni, appassionato di retrogame e degli anni 80 in maniera viscerale, collezionista di retrocomputer, giocattoli e videogame. Amante del Commodore 64 che possiede tuttora funzionante!

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