International Superstar Soccer: evoluzione su SNES

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Un pomeriggio con International Superstar Soccer.

“Un girone non facile”, questo è ciò che mi dicevo mentre affrontavo la Scozia. Eravamo sul 2-2 ed io avevo solo otto giocatori,alla fine della partita mancavano poco più di un minuto. Stavo giocando uno schifo.  Non riuscivo a capacitarmi, a non ricordare come un tempo giocavo,ma qualcosa dentro me diceva di guardare bene, di non soffermarmi sui ruoli e che in fondo nessuno ne aveva. Tirai in fallo laterale la palla ed entrai nel menù tattico della partita.

Spogliatoio infuocato.

International Superstar Soccer di Konami (all’epoca non avrei scommesso un centesimo sull’evoluzione del brand, ma mi ricredetti dopo la cocente delusione di FIFA International Soccer), sembrava rigido: ogni nazione aveva il proprio schema, immodificabile; le uniche peculiarità erano date dai singoli (Redonda per l’Argentina ad esempio) o dalla forza del collettivo (Italia maestra del catenaccio quando nel 1994 ci giocavamo il Mondiale con la zona di Sacchi) ; le uniche azioni concesse erano quelle di spostare il baricentro dei tre settori e la tattica da seguire.

La “chiave” fu Galfano.

Studiai per bene le caratteristiche di chi era rimasto in campo e mi resi conto che avevo bisogno di qualcuno che “tagliasse” tra i centrali difensivi per poi andare dritto in rete.L’unico che era in grado di farlo fu proprio Galfano, il “Divin Codino” avanzato attaccante. La copia digitale di Roberto Baggio più bella, era veloce ed agile allo stesso tempo tanto da poter mandare ai matti la difesa scozzese. Nel frattempo, avevo spostato i terzini come centrocampisti laterali, rischiando grosso lasciando solo i due centrali difensivi. Fu letteralmente evoluzione: Galfano prende palla da Carboni (nella versione Deluxe sarà uguale a “penna bianca” Fabrizio Ravanelli) all’altezza della lunetta dell’area di rigore. Uno scatto, e il numero dieci si trova davanti al portiere, GOL! e Vittoria fu.

La Strada verso il successo.

Le partite successive furono più agevoli per i miei uomini ( oramai ero talmente preso che credevo di “comunicare” il mio spirito alla squadra) fino a giungere alla finale contro l’Argentina di Redonda (Maradona è meglio é Pelè). Qui Galfano sfoggia tutta la sua classe scavalcando il portiere con la Lambreta. Finita la premiazione mi guardo intorno, mi rendo conto che sono nel 2017 e tutto ciò mi appassiona ancora. ISS è una sfida sempre avvincente ed ora mi aspetta il livello hard, per poi proseguire con gli scenari.

Cala la sera, nella mia mente i suoni dei tamburi, il ritmo scandito dalla folla.Vado a letto soddisfatto, pensando di mettere Coliuto come mediano basso e Zappa come trequartista.

 

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