Popeye

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Ciao a tutti cari lettori di commodoreblog.com, oggi apriamo un barattolo di spinaci e parliamo un po di Popeye, il leggendario Arcade Game che vide la luce nello splendente anno solare 1982. Una chiacchierata tra compagni di vecchie battaglie e grandiose partite a questo titolo che ha fatto la storia del videogioco.

Nascita di Popeye

La programmazione di Popeye nella sua originale incarnazione Arcade fu ad opera di Nintendo “in persona”. Trattandosi di un nome famoso, Nintendo dovette chiedere licenza alla King Features Syndicate per poter portare sullo schermo di un cabinato il personaggio del fumetto creato da Elzie Crisler Segar. Ma la cosa non fu così immediata come potete immaginare. Facciamo un balzo indietro nel tempo ai decenni precedenti al boom dei videogames.

Popeye, ovvero portare una star in sala giochi

Popeye oggi probabilmente, alle nuove leve, è poco più di uno sconosciuto; forse un nome sentito qualche volta ma nulla di più. Invece il buon Braccio di Ferro all’epoca era una vera superstar! E lo era dagli anni 30 cari lettori. Senza tediarvi oltremodo con strisce di fumetti, programmi radio dedicati e quant’altro risulta abbastanza lampante che i diritti di un nome simile non fosse facile ottenerli.
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Nel 1981 Nintendo riuscì ad avere il permesso per creare un Game & Watch a tema. Il gioco portatile presentava Popeye su una barca e lo scopo era quello di catturare bottiglie, ananas e lattine di spinaci lanciate da Olivia mentre cercava di evitare la barca di Bluto. Se quest’ultimo avesse colpito Popeye in testa con la sua mazza il gioco sarebbe finito. Stessa sorte se Popeye non fosse riuscito a catturare un oggetto tre volte.

La vision di Nintendo

Ovviamente Nintendo ci aveva visto lungo sul mercato. Forse sapete, cari lettori, che gioco arcade Nintendo “Donkey Kong” è stato originariamente concepito da Shigeru Miyamoto come un videogioco con protagonista Popeye. Tuttavia, a causa di divergenze di licenza con King Features, questa idea è stata scartata.

Popeye – Donkey Kong

Ma come tutti sappiamo Donkey Kong fu un successo mostruoso su scala mondiale. Un successo così clamoroso da mandare nell’olimpo uno sconosciuto falegname chiamato inizialmente Jumper e in seguito Mario. Osservando bene il gioco in questione si vede che era nato con l’intenzione di avere Popeye come protagonista. E’ palese che il trittico gorilla, falegname e ragazza rispecchia la rivalità tra Bluto e Popeye per Olivia. Visto che Donkey Kong ebbe un enorme successo, alla fine King Features accettò di concedere in licenza i personaggi a Nintendo per creare il gioco arcade Popeye nel 1982.

Popeye, il videogame

La trama è quanto di più semplice mente umana potesse partorire. Il giocatore controlla Braccio di Ferro, che si muove in una schermata a piattaforme. Questi deve raccogliere degli oggetti lasciati cadere lentamente da Olivia dall’alto dello schermo, prima che raggiungano la parte bassa dello stesso.
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Questi oggetti sono 24 cuori nel primo livello, 16 note musicali nel secondo o 24 lettere nella parola “Help” nel terzo. Questi oggetti più in alto vengono raccolti, più punti valgono. A differenza della maggior parte dei giochi platform, il giocatore non può saltare. L’unico pulsante presente serve per tirare un pugno.
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Questo rende la dinamica di gioco diciamo particolare per usare un eufemismo.
Si, perchè oltre ad avere a che fare col recupero oggetti dobbiamo vederci anche dal buon Bluto (o Bruto come viene spesso chiamato). Il grosso cattivone nemico di Popeye lo sconfigge toccandolo. Per far questo può saltare dal piano inferiore o allungare il braccio da quello superiore. Quando si trova sul medesimo piano di Braccio di Ferro, può anche gettare una serie di bottiglie contro di lui.

Gli spinaci, immancabili!

Riassumendo Bluto può fare diverse azioni per annientarci, noi praticamente nulla! Nonostante il  poderoso pugno Popeye non può attaccare Bluto direttamente, il pulsante viene utilizzato per distrugge oggetti che potrebbero ferire Popeye. Fortunatamente ogni livello ha una lattina di spinaci. Dare pugni a queste lattine darà a Popeye una temporanea invincibilità per poter mettere fuori combattimento Bluto. Questo può essere fatto semplicemente correndo contro di lui, anche se dopo pochi secondi Bruto tornerà indietro e sarà di nuovo pronto all’azione.

Colpire il pungiball

Un terzo modo per utilizzare al meglio il possente pugno lo abbiamo nel primo livello, i docks. Li troviamo in alto a destra un sacco da boxe, che Popeye può colpire per far cadere un barile che si trova nella parte superiore del livello. Se il barile cade sulla testa di Bluto, il giocatore guadagna punti bonus (in base a dove è stato attaccato Bruto) e lo rende innocuo per diversi secondi.

I tre livelli di Popeye – docks

Il gioco consta di un totale di tre livelli che si ripetono. Del primo abbiamo appena parlato,  sono i Docks. Olivia lascia cadere dei cuoricini e Popeye deve raccoglierli senza farsi prendere da Bluto. In questo livello può apparire random la perfida Strega del mare. Questa si materializza sul bordo dello schermo, lancia una bottiglia e svanisce. Attenzione, essa può apparire da entrambi i lati e lanciare due bottiglie, una per lato!  E che dire quando nella ripetizione dei livelli con difficoltà maggiore ci tira dei teschi che rimbalzano per lo schermo?

La città di notte

Nel secondo livello ci si trova all’esterno di un palazzo di notte. Olivia, suonando una lira, lascia cadere note musicali. In questo livello compaiono anche Pisellino e Poldo, altri due personaggi famosi della saga di Popeye. Queste due comparse sono per lo più decorative e non aggiungano molto al gameplay. Poldo appare nel Round 2 a un’estremità dell’altalena nell’angolo in basso a sinistra per fungere da contrappeso. Popeye può saltare sull’altalena ed essere lanciato direttamente al terzo piano! Con un poco di allenamento si può riuscire a saltare più in alto e toccare il fondo della piattaforma dove si trova Pisellino ed ottenere 500 punti (1000 se si sono mangiati li spinaci). Anche qui, dopo la prima ripetizione dei livelli, apparirà la strega del mare a lanciarci teschi rimbalzanti!

Terzo livello, la nave

Il terzo e ultimo livello è ambientato sulla nave, la quale al piano più alto ha una pedana scorrevole posta tra due piattaforme. Da questa è comodo raccogliere le lettere che Olivia ci lancia. Sempre da qua in alto si può dare un bel pugno all’avvoltoio che passa per guadagnarci 1000 punti. Man mano che raccogliamo lettere vediamo crearsi una scala che sale per raggiungere la nostra Olivia. Una volta raccolto il numero necessario di lettere per completare la scala sarà possibile salvare Olivia. Dopo averla salvata potremo finalmente assistere alla schermata dove apparirà il faccione di Popeye con in sottofondo la celeberrima canzone “I’m Popeye the sailor man” e il nostro paladino che sbuffa dalla pipa!

Come fu accolto Popeye?

Inizialmente fu accolto in maniera soltanto tiepida dal pubblico delle sale giochi. Donkey Kong era ancora li, non solo in auge ma in odore di santità. Era sulla strada per la leggenda. Perciò questo platform sulla “falsariga” fu guardato con sospetto. Del resto la macchina arcade originale di Popeye tecnicamente era molto simile a Donkey Kong (e in futuro lo saranno anche Donkey Kong Junior e Mario Bros). Con questi titoli condivideva il set di schede logiche, molto simili tra di loro, e lo stesso cabinato. Quello verticale era infatti il cabinato standard di Nintendo.
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Erano anche disponibili versioni cocktail del videogame, quelle orizzontali per intenderci, che andavano molto di moda in quegli anni.

Le recensioni dell’epoca

Electronic Games scrisse nel 1983 che la versione arcade di Popeye all’inizio sembrava essere “l’ennesima variante di un tema che è diventato fin troppo familiare da Donkey Kong “. “Ma ci sono alcune sfumature”, ha aggiunto, “non da ultimo la grafica e gli effetti sonori, che tendono a consentire al gioco il di essere apprezzato”. La rivista ha concluso che ” Popeye offre un gameplay  interessante”. La newsletter di Arcade Express lo ha segnato 7 su 10 nel gennaio 1983, definendolo “la cosa più vicina a un cartone animato visto in un arcade”. La scrittura di Michael Pugliese per The Coin Slot ha descritto Popeye come “un gioco visivamente stimolante ed eccitante che andrà bene in qualsiasi luogo”, e ha osservato che “contiene tutte le sfide e il fascino del personaggio per renderlo giocabile per un lungo tempo.”

Successo planetario e conversioni

Il mercato però premiò questo gioco e con il passare dei mesi divenne un’icona imprescindibile in ogni sala giochi. Come succedeva sistematicamente il gioco venne convertito per i maggiori sistemi domestici presenti all’epoca.
La prima versione che volevo trattare è quella per il C64.

Popeye per C64

Dico subito che ho visto conversioni decisamente migliori ma per quegli anni ce lo facevamo andare più che bene. Graficamente la semplificazione fu eccessiva a mio avviso. Lo sprite di Popeye si riconosce più per la casacca bianca che per il suo reale aspetto mentre Olivia e Bluto sono a dir poco imbarazzanti. Anche l’animazione è ridotta all’osso, roba da pochissimi frame. Per i fondali tutto è stato reso decisamente “quadrettoso” e i colori sono pochini. Il comparto audio è molto meglio di quello grafico: le melodie sono riprodotte bene, molto simili all’originale.

Curiosità commodoriane dell’anziano

Nella schermata dei titoli compariva una scritta “for spinach and broke”
Anziano: Quel broke (broccoli) era un chiaro riferimento alle origini di Popeye che i fan sfegatati sanno essere nato come personaggio di propaganda al fine di far mangiare ai bambini americani più ferro in quanto all’epoca parecchio mancanti. Se al buon Popeye avessero fatto mangiare broccoli anziché spinaci, il personaggio non avrebbe fatto presa per cui decisero di farlo passare agli spinaci
Anziano, part II: Senza contare che c’è un bellissimo bug in questa versione. Nel primo livello, se prendi la lattina di spinaci picchi bruto e mentre lui vola riesci a fargli cadere il bidone in testa non ti tocca più per tutto il livello
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Commodore 64

Popeye per TRS 80 & TI-99

I possessori del TRS 80 e del TI-99 invece potevano godere di una conversione veramente accattivante.
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TRS 80

Per entrambe le macchine fu fatto davvero un ottimo lavoro. I personaggi sono molto ben caratterizzati e riconoscibili, con animazioni davvero accurate. Per il TRS il lavoro sugli sprites era encomiabile! I fondali potevano essere curati meglio, i colori sono alterati e tendono a confondersi con la cromia dei personaggi in movimento. Il sonoro è fatto bene, nel TRS è spesso semplificato ad una sola voce e con pochi effetti mentre nel TI-99 le melodie sono ben presenti, alcune polifoniche e gli effetti sempre ben presenti. Risulta comunque molto giocabile e fedele al coin op.
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TI-99

Popeye per Atari 2600

Anche il buon Atari 2600 ebbe la sua versione di Popeye. Non si possono chiedere miracoli da questa console, infatti la grafica è completamente monocromatica, dagli sprites ai fondali. Mi sono sempre domandato se la scelta dei colori sia stata fatta da un daltonico o cosa: Popeye rosa maialino, Olivia Rosso scarlatto e Bluto verde oliva! E tralascio sulla fantasia con cui sono stati iper semplificati i fondali. Carine infine le musiche sempre presenti in game.
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Atari 2600

Popeye per NES

Di ben altra caratura la converisone per Nes. Già dai titoli si respira un’altra aria con musica ben fatta. Musica ed effetti sonori che si ripropongono in game quasi identiche al coin op. Grafica d’eccellenza, con sprite e animazioni super definite e animazioni complete e fluide. Anche a livello cromatico il gioco è veramente un piacere da vedere nella sua semplicità. E la giocabilità è presa pari pari al fratello da sala giochi. A mio avviso la miglior conversione domestica di questo gioco!
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NES

Popeye per Intellivision

Popeye fu convertito anche per l’intellivision e anche qui il lavoro soffre di qualche bug alla lunga fastidioso. A parte le ovvie differenze di grafica, che anche qui era decisamente ridotta all’osso con sprites al limite del bicromatico e animazioni scarne, erano presenti bachi di rilevamento collisione abbastanza evidenti. La nota più stonata, in tutti i sensi, era però il comparto audio a risultare terrificante. La canzoncina era una vera purga, spesso fuori tono per via dei limiti della console a riprodurre i bemolle e i diesis. E ad ogni effetto sonoro la canzone si interrompeva e ricominciava da capo. Un vero e proprio incubo!
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Intellivision

Popeye per Colecovision

Per fortuna la versione per il rivale Colecovision non soffriva dei bachi della versione descritta pocanzi e a parte un Popeye completamente bianco che pare una sorta di fantasma la grafica era decorosa. Idem dicasi per la giocabilità che era ottima se paragonata all’originale. Come senza pecche era il sonoro, molto ben convertito.
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Colecovision

Popeye per Odissey2

Lascio per ultimo una menzione per la versione dedicata ad Odissey2. Questo sistema domestico era stato uno dei precursori nel suo settore ma pagava il peso degli anni. Soprattutto Popeye fu uno dei pochissimi titoli sviluppati da terze parti per la console. Diciamo subito che il gioco non ricorda neanche lontanamente nemmeno la versione più semplificata di Popeye. Grafica scarna, 4 colori su schermo inclusi i fondali. Il tutto semplificato anche nella struttura ma in maniera decisamente esagerata. Sonoro monocanale e monovoce decisamente pionieristico, troppo per quegli anni.
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Odissey2

Vedendolo si capisce perchè furono pochi i titoli “da bar” ad approdare su Odissey2.
Bene amici lettori, Mic the Biker vi ora vi saluta. Siamo giunti al termine di un altra delle nostre chiacchierate dense di ricordi. Ma state sintonizzati, vi do appuntamento alla prossima! Non prima di consigliarvi qualche articolo!

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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