The Net ’80

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Ciao a tutti amici di  CommodoreBlog  , oggi è tempo di birretta in mano, aperitivo e chiacchierata su come eravamo, o forse meglio cosa eravamo nei magnifici anni 80: the net, la rete. Eravamo noi. Ma procediamo con ordine questa simpatica chiacchierata tra amici al bar.

The Net, come nasce il ricordo

Tutto ha avuto inizio una mattina come tante in questa quarantena da coronavirus. Sveglia, colazione e si accende il Pc per lo smart working. Gran bella cosa la tecnologia in questi momenti difficili per chi ha la fortuna di poterne usufruire. Come ogni mattina che si rispetti, sia ora che fisicamente al lavoro, c’è il saluto mattutino con il mio amico Geo.

Strana la vita…

Strana la vita a volte. Siamo quasi coetanei e abbiamo vissuto più di trent’anni ad un paio di isolati l’uno dall’altro. Bazzicavamo gli stessi posti, nutrivamo le stesse passioni. Conosciamo molte persone in comune ma non eravamo mai riusciti ad entrare in connessione. Geo la chiama la legge delle frequenze: prima o poi dovevamo entrare in contatto. Lo ho sempre comunque pensato: le persone che si devono trovare prima o poi lo faranno.

L’inizio del viaggio

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“Buongiorno!! Eccolo! la voce narrante..”. mi scrive Geo, esagerando come sempre. “Frat.. stai facendo dei post che sono spaventosi. Come stai oggi?” mi domanda sempre lui. Sono contento che a qualcuno piacciano gli articoli che scrivo ma nessuno dei due immaginava che da questa chiacchierata potesse uscire l’idea per una particolare retrospettiva.

Come gli eventi prendono altre prospettive

Lui mi definisce con affetto “Il mito de Corso Peschiera”, riferendosi alla zona dove ho vissuto per mezza vita. “Ciao mitico. Bien e te?? E’ facile fare articoli validi quando tratti giochi che hanno fatto la tua infanzia e adolescenza” gli scrivo io in tutta risposta. La nostra discussione procede e inizia a prendere pieghe spazio temporali diverse. “Veramente, ci siamo girati attorno per una vita” scrive Geo, come fosse seduto su una vecchia panchina di Piazza Adriano, pensando tra se e se.
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“Gia. Beh alla fine di riffa o di raffa siamo entrati in contatto” rispondo io, esattamente come mi fosse accomodato anche io su quella scolorita panchina. “La legge delle frequenze, perchè io penso sempre che le persone che si devono incontrare prima o poi lo fanno” replica Geo. Il portale è ora aperto, uno stargate che punta dritto agli anni 80.

The Net, la rete

“Proprio in questi giorni pensavo al mondo degli 8 bit. Gli anni 80, dove non c’era rete. La rete eravamo noi, la facevamo noi”. Avete presente quegli istanti in cui siete li ma non siete li? In una manciata di secondi il concetto espresso da Geo mi ha fatto rivivere come in un fast forward quegli anni fantastici. Ma al contempo ho realizzato che nulla di più vero è mai stato detto. Eravamo noi esseri umani la rete. Il mio neurone è in viaggio, ora sto vedendo tutto da un’altra prospettiva.

The Net, come funzionava

Ogni movimento, ogni azione ci legava ad un’altra. Ogni persona incontrata ci lasciava un input, un informazione. E noi la portavamo in giro, spesso condividendola a nostra volta. E questa piccola regola valeva molto nel nostro mondo fatto di bit  di passione. “Pensa un po – Intercala il Geo – il successo di molti giochi era proprio il passaparola! Noi eravamo the Net, in quanto la distribuzione spesso non esisteva. La rete all’epoca degli anni 80, eccola. In italia molti titoli arrivavano solo per copie di favore”. Lapidario.

Oggi possiamo avere molte risposte, forse troppe

Oggi compiamo gesti che ci sembrano banali, che sono quotidiani. Non so una cosa? Google mi darà una risposta, anzi anche più di una. Me ne può dare così tante da confondermi. Chissà come sarà il nuovo gioco uscito ieri per la mia console preferita. No problem, inserisco il nome sul motore di ricerca del cuore e posso avere accesso a mille mila recensioni da tutto il mondo. Cose che noi, che eravamo the Net negli anni 80, potevamo sapere solo leggendo una recensione sul nostro giornale di games preferito. E ve ne erano comunque pochi.

In The Net le informazioni viaggiavano

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Questa informazione non restava chiusa, non moriva. Ci si trovava da qualche parte in uno dei soliti posti, e la si condivideva. Non esisteva nulla per comunicare a distanza che non fosse o un telefono con la rotella o un citofono sulla strada. “C’erano i nodi, come poteva essere ad esempio Piazza Adriano” continua Geo nella sua follemente splendida analisi. Ecco la nostra rete degli anni 80: gli spostamenti. Certe strade che portavano in certi luoghi. Tutti bene o male si passava di li, ci si incontrava, ci si scambiava informazioni. Quei posti erano i nostri nodi.

Il percorso e i nodi

Pur non avendo accesso a una rete o a un sistema di comunicazione di massa sapevamo molto bene che per andare in Piazza tutti passavano da determinate strade. Che da un nodo poi si faceva un’altra strada per andare in un altro: si percorreva dritto tutta via Di Nanni, si girava in senso orario Piazza Sabotino per finire nella piccola Via Pollenzo dove si trovava il negozio di Marchisio. Un nodo cruciale nella nostra rete anni 80.
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The Net era il movimento, era la vita stessa

“Ora è tutto chiaro – rispondo io – tu sei il mago dei portali caro Geo! The Net. Non c’era la rete, ma vedo centinaia di ragazzi che camminano, che si muovono. Vanno da Marchisio, da Americans Games in via Sacchi in centro. Questi ragazzi si parlano. Grazie al passaparola conoscono altre persone”. Era il passaggio di informazioni. Non la fibra ne i megabyte al secondo. C’era la vita e il viverla. Lo spostarsi fisicamente da un luogo all’altro e facendolo incontrare altra gente, altri portatori di informazioni.

Una rete fatta di bus e camminate

“Reti fatte di tram, autobus e lunghe camminate per risparmiare 2 biglietti e prendere floppy in più” incalza Geo, anche lui in preda alla visione di quello che eravamo e non sapevamo di essere. La nostra rete d’asfalto, il sudore sotto il sole di Luglio quando le scuole erano finite e si partiva alla direzione di un determinato nodo. “Abba computer & elettronica. In Via Monte Asolone! Si passano informazioni, giochi, segreti” aggiunge Geo.
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Mamma mia che tuffo al cuore. Qui comprai il mio primo Commodore 64. Era il mese di dicembre del 1987. Babbo natale aveva dato il compito a quel grande uomo di mio padre di prendermelo come regalo. Sento il cuore salirmi in gola mentre sto scrivendo. Ricordare certi eventi rende vivi non solo i ricordi ma anche le persone che non sono più tra noi.

Datasette e copie, non era un peccato

“Lo show room di Abba, dove si copiava con i datasette, davanti agli occhi di tutti” mi dice Geo, riportandomi su questo mondo. Eh sì, all’epoca era una prassi comune fare delle copie dei software. Anche grazie a questa pratica il mondo degli home computer a 8 bit ebbe quella incredibile esplosione. Faceva parte del passaggio di informazioni nella The Net dei tempi passati. Ma da li, da quel nodo cruciale, si passava inevitabilmente al negozio Stereo Market. In quel periodo, girato l’angolo era proprio li “In Corso Peschiera – continua Geo – a fianco all’attuale banca Intesa San Paolo. Stereo market era li, con l’immagine di un poliziotto con la testa a forma di telefono se non erro”.

Essere parte del sistema

Non erra per niente, è un continuo recupero di vecchi files archiviati nei miei ricordi. Erano solo li, aspettavano il comando giusto per essere caricati. Stereo market ragazzi, quanti ricordi. Solo chi ha vissuto quell’epoca aurea può comprendere quello che succedeva li dentro.
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“Ci assoldava al tempo – mi ricorda Geo – A Nico e a me. Compagni delle elementari 13 enni. Ci dava in regalo cassette vuote”, le Tdk rosse da 60. Al piano di sotto aveva le vhs. Quelle piratate nascoste per i clienti speciali. Aveva dovuto correre ai ripari in fretta. Aveva iniziato a vendere i primi c64 carissimi perchè ne aveva pochi e li vendeva  a prezzo listino ufficiale. Era caro, la concorrenza li vendeva meno. Ma il vero business era i giochi su cassetta. Cassettiere piene di ultime novità. Ovviamente copiate.

Universi paralleli

All’epoca del The Net degli anni 80 tutto era un colossale passaggio di informazioni. Oggi andiamo sul PlayStore e scarichiamo l’app del momento. La maggior parte sono gratuite. Se abbiamo una delle moderne console il mercato dell’usato è ricco, su ebay si trovano pacchi di giochi a poche decine di euro. I siti ufficiali a volte regalano per qualche giorno i loro giochi in formato digitale. E’ l’internet di oggi, per molti sembrerà strano ma non è sempre stato così.

The Net e il passaparola

Negli anni 80 non esistevano i giochi usati. C’erano i negozi tipo stereo market o molti altri, dalla facciata linda e con quasi nulla in comune con un negozio di computer. Ma il passaparola era la via. Una persona che coinvolge un’altra che sparge la voce ad altre. Tutte con le nostre password. “Ciao, sono un amico di Roberto. Sai quello lungagnone della videoteca?”. Ok, acces confirmed. SI poteva avere accesso ai reparti segreti.

E si entra nel giro, the next level

Ovviamente questi posti non avevano ne capacita ne modo di fare in sede le copie che servivano perchè vi assicuro che lo smercio era grosso. Il lavoro era affidato ai “fornitori”. Anche essi reclutati tramite il the net dell’epoca. “Sai che li cercano chi copia i giochi su cassetta? Dobbiamo andare con Vincenzo a vedere, lui conosce”. E si entrava nel giro. SI diventava parte pulsante della rete, di quel the net composta da gente vera. Si passava al next level.
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Il cerchio era completato

Non si era più soltanto parte del flusso di informazioni, si diventava uno dei divulgatori delle stesse. Spesso le copie venivano fatte senza turbo, per riempire bene e dare idea di aver una cassetta piena. Ed infine fotocopia in bianco e nero della copertina, scritta  con olivetti lettera 22 in quanto le copertine originali non c’erano: era rigorosamente un gioco per cassetta.

Il floppy, quello grosso

In molti di questi nodi della nostra rete old style si potevano trovare addirittura le soluzione dei giochi. Il livello professional si raggiungeva con l’agognato floppy disk. La nostra The Net si prodigava in ogni direzione, eravamo un flusso costante. Scavando nei Link umani più oscuri si veniva in possesso di copiatori vari. Quelli belli, per i giochi protetti con errori inseriti anti copia. Ovviamente io ero parte di questi bit umani che dovevano passare le informazioni, e di questi programmi ne abbiamo parlato   QUI.

The Net, fatta dalle persone per le persone

Il neurone è partito amici miei, The Net era il passaparola diretto, fatto da persone per altre persone. “Pensavo che non sarebbe male tornarci – continua a dire Geo – A volte penso che tutta questa elettronica nata in 30 anni pare che oggi potenzialmente ci stia minacciando”. Che dire vecchio mio, a volte anche io mi fermo e penso a questa smania di oggi di rendere tutto il più fedele possibile alla realtà. Così tanto che a volte si sfocia nella realtà virtuale.

Ecco cosa era The Net

“Ma io amo i computer – conclude lapidario Geo – e allora… pensavo ad un tempo lontano in cui convivevano vita reale e computer”. Spettacolo, tutto così chiaro. Magicamente la realtà era realtà. Ed era vera. E noi parte di quel flusso costante e vivo di appassionati. I computer erano computer con i loro vistosi 16 colori e 320 pixel.

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In The Net noi esseri umani, reali, lenti e difettosi, abbiamo dato vita ad un qualcosa di magico. Ecco cosa era internet negli anni 80. Eravamo noi!

Ora vi saluto amici lettori e vi ringrazio di essere arrivati fin qui. Mic the Biker ringrazia di cuore l’amico Geo per questo lungo viaggio e vi do appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi dal nostro blog.

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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