Batterie nucleari, a che punto siamo?

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Ciao a tutti amici di  CommodoreBlog, è già qualche anno che si vocifera di batterie nucleari ma ora sembra che qualcuno stia per ultimare la realizzazione. Andiamo a vedere un po’ di cosa si tratta.

Batterie nucleari, si va avanti

C’è sempre un po’ di confusione e di ansia quando si parla di qualcosa di nucleare. Nel nostro immaginario si immagina di avere un reattore in miniatura in tasca ma la realtà è meno apocalittica. Il fulcro della questione è il decadimento nucleare.
In pratica queste batterie sono potenzialmente immuni allo scarico e non richiederebbero la classica ricarica. Alcune aziende stanno perciò sviluppando batterie a decadimento nucleare. Una novità che da un paio di anni è passata dalla fase di studio e test alla quasi messa in funzione.

Come funzionano le batterie a decadimento nucleare?

Le principali differenze sono che queste non possono essere caricate e ovviamente sono molto più costose. Il loro campo di applicazione può essere quasi totale. Facciamo un salto indietro nel tempo per vedere le batterie al trizio. Era la fine del 2008 quando la City Labs sviluppò una batteria usando l’isotopo radioattivo dell’idrogeno: il trizio. Il trizio, per dovere di cronaca, è l’isotopo radioattivo più benigno presente. Nel 2010 City Labs ottenne la prima licenza del settore per la distribuzione delle batterie al trizio. Si tratta della tipologia betavoltaica, che non prevede alcuna formazione da parte dell’utente sull’utilizzo di materiale radioattivo.

Il trizio nelle batterie nucleari

In condizioni di pressione e temperatura comuni il trizio crea un gas di molecole biatomiche. Essendo radioattivo decade formando elettroni beta in elio-3, da qui il nome di batteria betavoltaica. La batteria è resistente alle vibrazioni, altitudini, alte temperature.
In circa 12 anni il trizio arriva a metà del suo ciclo di decadimento ma la batteria continuerà a emettere elettroni a bassa potenza. Questo è un grosso vantaggio rispetto alle classiche batterie il cui ciclo di vita è influenzato dal cambiamento della temperatura ambiente.

Combinando un condensatore o una batteria agli ioni di Litio in parallelo si ha un circuito continuo senza carica. Perciò si potrà utilizzare NanoTritium per dispositivi medici. Una volta che il dispositivo è impiantato non saranno più necessari gli interventi per sostituire la batteria.

Batterie nucleari ai diamanti

Un’altra tecnologia è quella per batterie nucleari ai diamanti, le Nano Diamond Battery. Qui lo step evolutivo è maggiore. Si tratta di una soluzione sicura, ad alta potenza che utilizza energia prodotta da scorie e combustibili nucleari riciclati a livello globale. Questa batteria utilizza un semiconduttore metallico o ceramico per raccogliere la carica prodotta dal decadimento nucleare. Collegando insieme più unità si crea una struttura a pila. In questa configurazione ogni stack è costituito da una fonte di elevata produzione di energia nucleare.

La sua flessibilità permette di assumere forme a seconda dell’applicazione. Oltretutto impedisce l’autoassorbimento del calore e consente una rapida conversione in elettricità utilizzabile. La sicurezza è totale grazie al rivestimento con uno strato di diamante policristallino. Per evitare danni termici nella struttura sono presenti delle prese d’aria che conferiscono il calore verso il diamante policristallino. Queste batterie sono dotate di un impianto ionico che impedisce un utilizzo del nucleare diverso: si sa mai che a qualcuno vengano strane idee!
Al momento l’azienda non ha reso noto il materiale utilizzato per il nucleare, si pensa comunque al carbonio 14.

Uno degli obiettivi è l’utilizzo di queste batterie per auto elettriche offrendo una autonomia con alto chilometraggio. Oltretutto si potrebbero utilizzare per alimentare l’elettronica di consumo arrivando ad avere smartphone con una durata della batteria di 9 anni. A mio avviso un lasso di tempo esagerato visto che dopo tre o quattro anni gli smartphone diventano obsoleti e non più supportati.

In definitiva, amici lettori, il campo in cui di era rimasti più indietro, quello delle batterie, sta portandosi molto avanti. Vedremo dove si andrà con lo sviluppo. Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi.

Chernobyl, il simulatore

Text to speech da voce ad un Atari 2600

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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