Pinball illusions per Amiga

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Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, oggi la DeLorean ci porterà in un’epoca dove i flipper la facevano da padrone grazie a Pinball Illusions, terzo capitolo della saga dei flipper ad opera dei maghi della Digital Illusions. Salite a bordo con me, la macchina del tempo è pronta a partire.

Quando arrivò Pinball Illusions

Siamo arrivati in un pomeriggio del 1995 quando la quiete in casa viene rotta dal suono del telefono a rotella. Quel trillo vivo, quasi come una campana che ti rintocca nella testa. Era quel tipo di sound che ti riportava sulla terra se stavi vaneggiando perso tra mille pensieri, magari giocando svagatamente a qualche titolo poco impegnativo. Vado a rispondere. Dall’altro capo del telefono un mio amico. Chiacchiere convenevoli, qualche risata e la notizia di una new entry da “venire a vedere a casa mia”, ovvero sua. Ok dai, fatta: ci vediamo stasera allora, vado a prendere delle birre perchè non sia mai che si rischi di morire di sete.

Qualcosa di succoso bolliva in pentola

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La sera ci troviamo a casa sua e capisco subito che c’era qualcosa di succoso che bolliva in pentola: si trattava di Pinbal Illusions per amiga! Avevamo letteralmente distrutto i primi due capitoli della saga, ovvero Pinball Dreams e Pinball fantasies, usciti nel 1992. Lui era l’unico della nostra compagnia ad avere un Amiga che non fosse un 500 espanso, qui c’era un bel Amiga 1200 a far girare i giochi. E Pinball Illusions era il primo flipper ad essere stato programmato nativamente per girare su chipset AGA. La curiosità è molta e non si perde tempo, siamo elettrizzati nell’immaginare cosa ci potrebbe aspettare dentro quei quattro dischi.

Pinball Illusions, solo tre tavoli?

La prima sorpresa ci spiazza decisamente, ovvero sono presenti “solo” tre tavoli, mentre nei due capitoli precedenti ve ne erano quattro. Vedete cari lettori, per noi era un problema davvero grosso, era come dire ecco qui tre buonissime birre, ma manca la migliore. Certo era una cosa piuttosto personale e ve la spiego: nei primi 2 capitoli della saga Pinball il quarto tavolo per noi era assolutamente il più bello del lotto. Era quello coi bonus più spettacolari, con la giocabilità più bilanciata, con il layout migliore sia come tema portante che come realizzazione.
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Solo anni dopo venimmo a conoscenza dell’esistenza del quarto tavolo giocando la versione per PC, e non abbiamo mai perdonato la 21st Century Entertainment per non averlo mai inserito in nessuna versione Amiga, nemmeno in quella per CD32. Non li abbiamo mai perdonati perchè il quarto tavolo era stato originariamente programmato su Amiga e solo alla fine, per una mera questione di costi, non fu inserito. E manco a dirlo, giocatoci su pc, era un gran bel flipper!

Pinball Illusions, I tre flipper

Ma torniamo a noi, alla versione AGA che quella sera, e per altre sere, ci ha fatto giocare ma mai esaltare. I tre tavoli presenti sono Law ‘n’ Justice, un tavolo basato su un corpo di polizia in una fantomatica Future City nel quale si devono assicurare i più pericolosi criminali dietro le sbarre della City Jail. Poi abbiamo a che fare col tavolo chiamato Extreme Sports che attinge a piene mani dalla moda degli sport estremi che dilaga in quegli anni: qui il gioco si dirama tra gare ironman, bungee jumping, paracadutismo, corse in skate a oltre 50 chilometri orari, free climbing e, tenetevi forte, scacchi. Si avete letto bene, in mezzo a tutti quegli sport folli ecco apparire gli scacchi: lo dice chiaramente anche il manuale di gioco anche se noi non abbiamo mai capito dove fosse attivabile questa modalità.
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Ecco poi il terzo e ultimo tavolo, chiamato Babewatch, probabilmente un tributo alla serie TV cult di quegli anni che vedeva il buon Mitch Buchannon e la assai buona C.J. Parker interpretare i  Los Angeles County Lifeguards. Questo flipper infatti è ambientato in una dorata spiaggia della California, ricca di surfers e belle tipine in costume da bagno. Ovviamente non può mancare la zona notte, dove dal locale in puro Fonzie style con tanto di Juke Box ci si sposta al casinò senza dimenticare le gare di auto clandestine come Grease ci ha insegnato.

Prime reazioni

Dei tre tavoli a disposizione quest’ultimo era quello che inizialmente ci divertiva di più anche se pareva mancasse quel quid. Certo, la grafica era da capogiro: spesso ci si ritrovava a sbagliare completamente tiri perchè si stava ad ammirare il dettaglio grafico e la bomba di colori a disposizione. La pallina stessa pareva davvero una boccia di acciaio che vagava per lo schermo. I programmatori dedicarono gran parte del loro tempo alla ricerca esasperata del realismo delle collisioni della pallina con il resto del tavolo. Da ammirare una mole di lavoro così grande, devono aver passato mesi a studiare le traiettorie dei reali flipper dell’epoca. Ma il risultato a volte era fastidioso, noi lo trovavamo non per forza migliore dei due capitoli precedenti. Ed è qui che, almeno per il sottoscritto, il gioco scivolava: secondo me questo terzo capitolo, superiore in tutto graficamente e a volte dinamicamente, non reggeva il confronto coi due antenati.

Pinball Illusions, l’audio non delude

Il comparto audio è anch’esso realizzato alla perfezione: le tracce dei tre tavoli sono realizzate ad arte. Abbiamo una musica assolutamente ambient e decisamente futuristica nel flipper di Law ‘n’ Justice, genere che sappiamo ben si prestava ad essere realizzato sul 16 bit di casa commodore: la canzone in questione pesca le sonorità del primo blade runner e le rende magistralmente. Il tavolo Babewatch ci porta indietro ai graffianti anni 60 e ci propone una colonna sonora in grande stile surf music intervallata da stacchetti sempre a tema che richiamano alla mente alcuni riffs dei Beach boys. Nel terzo flipper, Extreme Sports, ci troviamo ad ascoltare una grandissima composizione di musica rock industrial. Pezzone che da la carica, è un sapiente mix tra il primo Rob Zombie dell’epoca White Zombie e i Ministry di Psalm 69.
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Qualche chicca a favore della giocabilità

La cosa che rendeva buona la giocabilità era anche la presenza di diversi sotto giochi come nei flipper reali di metà anni 90: si aveva la possibilità, attivando alcuni bonus, di giocare ad alcuni semplici giochi che si presentavano nella barra del punteggio. Queti diventavano poi una variabile notevole per aumentare molto il punteggio della partita. In Pinball Illusions si avrà anche a che fare con le multiball, cosa che con il tavolo in scrolling poteva divenire caotico. Potete immaginare, fino a tre palline sullo schermo e spesso due delle quali non si sapeva dove fossero! Pigiando così il tasto H si passa ad una provvisoria funzione “full screen” per non perdersi a cercare le bocce d’acciaio digitale in giro x il tv.

Tutto bellissimo.. Ma..

Tutto bellissimo, tutto programmato in maniera da tramandare ai posteri. Grafica AGA e sonoro da paura. La versione CD32 vedeva quest’ultimo evolversi ulteriormente potendo sfruttare le tracce audio da cd che erano un altro mondo. Ma c’è sempre stato qualcosa che non ci ha convinto. A me in primis e ai miei soci di mille giocate poco a seguito. Non ho mai trovato così divertenti i tre tavoli, ad esclusione forse del primo che era effettivamente di livello. Probabilmente il fatto di essere stato il terzo capitolo della saga ha avuto la sua importanza in questo discorso: le idee da mettere sui tavoli erano trite e ritrite e si è data più importanza allo sviluppo grafico per macchine superiori.

Pinball Illusions, cosa manca?

Si vede la ricerca esasperata del realismo ma siamo sempre seduti su una sedia con davanti un monitor, alla fine veniva a mancare quel dinamismo e quella “ignoranza” se mi passate il termine che trovavo nei primi due capitoli. Soprattutto non ho trovato in questo terzo capitolo un tavolo all’altezza di “Nightmare” e di “Stones and Bones”, i famigerati quarti flipper delle serie precedenti. Le recensioni furono tutte mediamente da buone a ottime ed effettivamente non poteva essere altrimenti. Ma succedeva sempre che nelle nostre giornate in compagnia a giocare in multiplayer al flipper finissero sempre con il ricaricare uno dei primi due capitoli della serie.
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Considerazioni del Biker

A distanza di decenni siamo tornati spesso sull’argomento davanti ad una bella birra e, a distanza di anni, abbiamo capito molte cose. Abbiamo capito che Pinball Dreams e Pinball Fantasies rappresentavano il periodo top del pianeta Amiga, era li che volevamo andare a parare. Pinball Illusions lo vedevamo esattamente come iniziavamo a vedere l’universo Amiga in quegli anni: un pianeta che si stava spegnendo. Uno dei nostri due occhi era sempre più distratto dal mondo delle console domestiche che già erano presenti e da quelle che stavano arrivando all’orizzonte. Anche ora, che il vintage e il retrogaming sono una solida realtà, per certi versi persino più solida delle nuove uscite tecnologiche, mi ritrovo spesso a caricare i flipper digitali che hanno segnato un epoca, ma sono sempre i primi due. Ora vi saluto amici lettori, grazie per essere venuto con me indietro nel tempo. Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche articolo per voi direttamente dal nostro blog.

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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