PC Engine Mini, dreams come true

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Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, oggi voglio parlarvi del Pc Engine Mini, la retroconsole in miniatura di casa Konami.

PC Engine, da dove nasce il sogno

Era la fine degli anni ottanta, quei fantastici eighties che ci hanno portato su galassie lontane e che ci hanno fatto letteralmente sognare. In un caldo giorno d’estate mi trovavo nella sala giochi sotto casa a Jesolo e cullato dalle musichette dei molti cabinati presenti sognavo che magari un giorno gli shoot em up che tanto adoravo potessero arrivare in casa sotto forma di conversioni fedeli. Era il 1988 e all’epoca il commodore 64 era il mio amico di videogames domestici. La quantità di titoli era immensa e anche la loro qualità era notevole. Certo, quando si aveva tra le mani qualche conversione da arcade la maggior parte delle volte si doveva chiudere un occhio e tapparsi il naso. Lavorando anche con la fantasia si poteva quasi immaginare di essere li, con l’arcade sul nostro crt domestico.

PC Engine, il mostro nipponico

Ma poi arrivò settembre, le vacanze erano finite e stava per riprendere l’ordinario andazzo di un normale quindicenne dell’epoca. Uno dei gesti rituali era andare all’edicola di Corso Peschiera, quella grossa, a prendere lo Zzap! del mese. Quel settembre del 1988 fu però assai diverso. L’ordinario andazzo fu scaraventato nello straordinario quando per pura curiosità acquistai anche il primo numero di una nuova rivista: si chiamava The Games Machine. Avevo un succulento deca in tasca e ci stava sia Zzap! che TgM, ci avanzavano pure mille lire di resto. Mille lire erano sempre tanta roba a quei tempi: ci uscivano sicuro quattro partite in sala giochi, nelle più oneste anche cinque. Arrivato a casa inizio a sfogliare curioso quella nuova rivista così ricca di splendide immagini di un mondo a me ancora lontano, quello dei 16 bit. Ma verso la fine della rivista c’era un articolo che mi fece cadere dalla sedia: Pc Engine, il mostro nipponico.

PC Engine, numeri da capogiro

Ricordo che quando lessi di questa ancora fantomatica console restai basito. I dati tecnici erano snocciolati e finivano tutti con “la qualità dei giochi da sala”. Sul numero di bit vi era una sorta di alone di mistero: otto bit, ma la grafica è a sedici. Otto bit? Ho guardato per settimane il mio Commodore 64 con aria interrogativa. Otto bit. E poi prendevo la rivista e guardavo R-TYPE. E non mi davo pace: questo è quello che ho sempre cercato.
Il tempo passava ma non sono mai riuscito nemmeno a vedere questo dannato Pc Engine. Nemmeno nei negozi. Per molti di noi il PC Engine è stato fuori portata per moltissimo tempo, ma dopo le cose non sono migliorate.

Una console praticamente introvabile

La sua release europea è arrivata nel 1990, tre anni dopo il suo lancio giapponese. La console è stata distribuita in maniera molto limitata per via del suo fallimento sul mercato nordamericano. All’epoca non c’era amazon, ebay e compagnia bella. I rari esemplari di Pc Engine import erano riservati a chi fosse stato in grado di sborsare grandi somme. E così il sogno rimase tale. Come l’unico anello il Pc Engine cadde dormiente, mai rimosso dal mio subconscio. Gli anni passarono e cercai qualche esemplare originale da acquistare ma come tutte le cose già rare quando in produzione divenne inarrivabile quando uscì dal mercato. Ma si sa, a volte i sogni possono divenire realtà.

PC Engine Mini, dreams come true

Nel 2019 viene annunciato che verrà prodotta una versione Mini della macchina dei sogni. Konami ha deciso di cavalcare l’onda dell’effetto nostalgia annunciando l’uscita di un’edizione Mini della console NEC. Perché Konami? Perché fu una delle software house più attive nella release dei giochi per PC Engine, nonchè l’azienda che acquistò Hudson Soft nel 2012.
Le mini console, gioia e dolore di una nutrita schiera di retrogamers. I due schieramenti si danno battaglia dall’uscita del Nes Mini e non smettono di farlo. Personalmente non mi schiero ne da un lato ne dall’altro ma capisco che tramite l’emulazione si possa, oggigiorno, avere tutto ciò che uscì nel periodo aureo. Ma permettetemi di esprimere una personale opinione: il Pc Engine Mini è probabilmente l’unica vera mini console che abbia un senso, a prescindere dall’emulazione. Le altre console fatte in versione mini sono tutte facilmente reperibili sul mercato. Ho escluso Neo Geo, perchè per lui avrei fatto un lavoro differente di quello che è stato fatto.

Il PC Engine Mini è per noi che abbiamo cullato il sogno

Il Pc Engine mini è un regalo a chi come me ha cullato invano il sogno in epoca otto bit. Sulle riviste vedevi macchine da sogno come il Neo Geo, i primi prototipi CD-ROM. E poi lei, la console di un mondo lontano, il PC Engine. Lo vedevo sulle pagine dei giornali di videogames. C’erano le recensioni pazzesche degli sparatutto, da sempre uno dei miei generi preferiti. Sognavo di averne uno ma mi sarei accontentato di vederlo di sfuggita in un negozio, ma sembrava non esistere. Era come una creatura leggendaria, una sorta di drago d’oro di dungeoniana memoria. Il Pc Engine originale era, leggendo le dimensioni dell’epoca, una macchina assai piccola: più o meno un datasette del C64. La mini è quasi grande come l’originale, le cede circa un paio di centimetri.

La cura dei dettagli

Nulla è stato lasciato al caso. La schermata di selezione dei 57 giochi presenti è bellissima, quando selezioniamo un gioco viene emulato anche il tempo di lettura del CD nei giochi PC Engine inclusi (certo, ci sono anche molti titoli che uscirono su supporto ottico). Per il pad hanno invece tenuto le dimensioni originali e questo lascia capire quanta saggezza c’è dietro questo progetto. Dimensioni originali uguale una presa sicura del pad, il comando a croci ha il feeling dei pad “di una volta”. Non ho mai provato il Pc Engine originale ma il feeling di questo pad lo trovo esemplare. Gli shoot em up presenti sono lo stato dell’arte e sul pad sono presenti i selettori di autofire su entrambi i bottoni: Il regolatore da posizione off può essere spostato su Rapido o Molto Rapido.

Cosa c’è nella confezione

Il package di questo capolavoro in miniatura comprende un Mini cavo USB per l’alimentazione, un cavo HDMI per il segnale audio/video (720p, 480p e PCM lineare) e un libretto di istruzioni. L’ingresso video è nascosto da un’aletta posteriore removibile con tanto di scritta EXT BUS. A livello videogames è giusto fare una premessa: il PC Engine è una console arcade. NEC e Hudson Soft hanno sempre creduto nelle conversioni. Pensate che all’epoca lavoravano spesso al fianco dei publisher per favorire delle conversioni più fedeli possibile. Di conseguenza, per quanto il PC Engine Mini abbia al suo interno una vasta gamma di giochi, il genere degli shoot’em up è il più presente.

PC Engine Mini, I giochi

Ci si troverà davanti a due tipologie di giochi ben distinte: 25 titoli per TurboGrafx-16, quindi le edizioni per il mercato americano in lingua inglese, e 32 in edizione originale rigorosamente in giapponese. Ora sto provando un po di giochi a spot ma alcuni titoli, almeno per me che non ho idea di come si legga il giapponese, sono impossibili da portare avanti. Questo capita ovviamente quando si approccia una qualsiasi avventura nipponica mentre coi giochi d’azione il problema è quasi impercettibile. Leggendo on line mentre aspettavo mi arrivasse questo piccolo sogno di console ho scoperto alcune cose interessanti. In primis Ninja Ryukenden può essere avviato anche in lingua Inglese in modo da comprendere le cut scenes. Per farlo bisogna caricare il titolo e tenere premuto i tasti 1 e 2 nella schermata iniziale. Poi premere Select e tramutare gli ideogrammi in lettere. E seconda scoperta…

I giochi nascosti

Esistono ben cinque giochi nascosti! Premendo il tasto Select durante l’avvio di Gradius e Fantasy Zone, si avrà una versione identica alle vecchie versioni Arcade. La stessa procedura è valida per Soldier Blade, ma qui si avvia l’edizione del gioco denominata Soldier Blade Special Caravan Stage. Essa permette di giocare in modalità Easy o Normal oppure affrontare una sezione di 2 minuti dove scopo è il punteggio più alto.
Ci sono poi due ulteriori giochi segreti ovvero Force Gear e TwinBee di Konami. Essi sono avviabili da Salamander, il primo premendo due volte Select, il secondo premendo tre volte. Salamander amici miei, che capolavoro assurdo. Uno shoot em up che finii su C64 ma che qui ha una qualità da bave alla bocca. E provatevi R-Type, giusto per capire la follia di fare una conversione simile in quegli anni.

Riflessioni del Biker

Amici lettori, questa piccola scatoletta ha dentro di se alcuni dei giochi più belli ancor oggi giocabili. Titoli che fino ad ora erano rimasti per pochi, perchè anche a livello emulativo mancava qualcosa. Le due fazioni, magari sempre agguerrite sul tema mini console, potranno questa volta fermarsi e darsi la mano? Smettere di battagliare e sedersi insieme a vivere questo piccolo sogno?
Era un’estate del 1988 quando il Pc Engine entrò in camera mia dalle pagine di quella rivista. I suoi giochi vivevano sottoforma di partite virtuali nella mia mente. Ma in questa calda estate del 2020 il ragazzino quindicenne ha scoperto, a quarantasette anni suonati, che i sogni, a volte, diventano realtà.
Ora mi saluto cari lettori. Mic the biker vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi direttamente dal nostro blog.

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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