Adventure Bit, quando è il passato a bussare

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Ciao a tutti amici di commodoreblog, oggi grazie ad Adventure Bit il nostro viaggio nel tempo assume una dimensione nuova, diversa ma ugualmente affascinante. La buona DeLorean è in sosta dal meccanico e ci sta dopo le miriadi di scorribande in cui ci ha accompagnato. Doc Brown mi ha detto che ha parecchie migliorie da installare sulla macchina e c’è da crederci: questi scienziati ne sanno sempre una più del diavolo.

Adventure Bit, un salto nel passato

Stavo lavorando tranquillamente al computer, districandomi tra poligoni 3D e studi di progettazione quando di colpo il portatile ha iniziato a illuminarsi di luce propria. Scintille, scosse elettriche e fumo fuoriuscivano dalle feritoie mentre lo schermo divenne di colpo nero. Istintivamente faccio un balzo all’indietro mentre sullo schermo inizia un balenante arcobaleno di colori, quelli che inondavano i nostri schermi durante i caricamenti dei videogames della nostra infanzia. Appaiono delle scritte sullo schermo, esse recitano: SEEP, 21111 bytes free, disk, ok. Nella parte bassa del medesimo capeggiano color, auto, goto, list, run. Ma che diavolo sta succedendo?

SEEP: un nome, una garanzia!

Leggere questo nome ad inizio schermata mi rilassa alquanto, capisco di essere solo alle prese con la nuova magia dei fratelli Giansoldati. E’ molto rassicurante per un retrogamer sapere che al mondo ci sono ancora persone come loro, che alimentano il mercato dei videogiochi puramente vecchia maniera con titoli nuovi di zecca. La SEEP nasce nel 2015 in quel di Torino, e per me questo è doppiamente motivo d’orgoglio. I fratelli Sergio ed Enrico sono due fratelli di Torino appassionati di retrogaming con il vizio di sviluppare videogiochi nuovi dal sapore old school. Hanno iniziato come modder per poi dare sfogo alla loro passione iniziando a programmare e auto produrre videogames.

Capolavori pieni del sapore di una volta

Autentiche gemme come il commodoriano KATANA SOUL e il dannatamente “SNK Oriented” THUNDERFLASH danno la reale dimensione di questo team di sviluppatori. Tutto questo lavoro è dettato dalla passione che mira ad un percorso di crescita nel game design per proporre prodotti sempre più accattivanti. I due giochi sopra elencati sono un inno al retrogaming, omaggiano e portano alla ribalta dei generi ormai messi nel baule dei ricordi. Tipologie di giochi che erano un must negli anni 80 che poi hanno conosciuto un netto calo nel tempo da più o meno la metà degli anni 90, dove i giochi hanno sempre più puntato ad imitare il mondo reale, con i suoi pochi pregi e i molti difetti. Questi titoli sono un omaggio ai videogiochi che hanno segnato la nostra infanzia di videogiocatori, la golden age.

Adventure Bit, la riscoperta di valori antichi

Adventure bit non si sposta di una virgola dal focus dei due titoli citati in precedenza: vuole far riscoprire gli albori dell’industria videoludica. Personalmente dopo pochi minuti di partita mi sono venuti in mente una manciata di vecchi capolavori che meritano assolutamente di essere rispolverati e tramandati a chi magari non li conosca, in modo possa appassionarsi a sua volta, magari proprio iniziando con questo nuovo gioco. Lessi tempo fa, in giro per il web, una frase di Sergio che mi colpì molto: “A volte i titoli del passato vengono ingiustamente definiti giochini. In realtà dietro c’è tanto studio su quello che concerne il game ed il level design”. Mai parole furono più vere.

Back to the Eighties

I ragazzi della SEEP ormai mi viziano offrendomi la possibilità di provare i loro giochi e per me è sempre un’emozione visto che si tratta di titoli Old School fatti molto bene. E mi pare doveroso iniziare a parlare del gioco proprio dando la voce a Sergio, il quale gentilmente ha accettato la mia proposta di mandarmi alcune curiosità riguardanti il gioco. “Adventure Bit si ispira ai grandi classici del MSX, riproponendo colori e risoluzione dell’hardware originale, il tutto adattatto per essere giocato tranquillamente su PC Windows”. Infatti è stato un colpo al cuore vedere la palette del computer sopra citato, una macchina di tutto rispetto che avrebbe meritato un successo ben maggiore. La grafica è davvero bellissima, rispecchia super fedelmente ciò che erano i platform di un tempo: colori ed animazioni sono una vera macchina del tempo ragazzi!

Adventure Bit, ispirato a…

I fratelli Giansoldati proseguono dicendo che “Il gioco si ispira in particolare a Montezuma’s Revenge, Rick Dangerous e Pitfall”. Assolutamente, sono i primi tre titoli che vengono in mente ma secondo me, quando si gioca in due c’è molto di più. Come dite? ah si, non ve lo avevo detto: si può giocare in due insieme, portando il livello di divertimento su altre dimensioni. Ed il player two è il tributo ad un personaggio inizialmente controverso ma che ha scritto la storia dei platform ad otto bit, quella monella di GIANA SISTERS che ci ha fatto tanto divertire su C64. Alcuni schermi hanno le stesse scelte cromatiche, perfino i soldi che si devono prendere sembrano ricordare le gemme presenti sul famoso platform di Rainbow Arts.

Comparto audio di prim’ordine

Sergio confida un segreto dicendoci che “Inizialmente il gioco era studiato per non avere musiche, poi abbiamo cambiato idea e in effetti così l’avventura rende di più!”. E meno male che hanno deciso di metterle le musiche visto che donano al gioco quella cornice che trasforma un bellissimo quadro in un capolavoro. I ragazzi della SEEP ci dicono che “Il main theme è opera di Andrea Baroni, compositore professionista che ha gia collaborato con noi in Thunderflash e Katana Soul”. Possiamo solo toglierci il cappello e rendere omaggio a tanta bravura!

 

Lo sviluppo di Adventure Bit

Sergio ci illustra anche il modus operandi che ha portato alla nascita del gioco in questione. “Il tempo di sviluppo del gioco è stato breve ma spalmato per tutto il 2020. E’ nato quasi in fase “ricreazione”, volevamo creare qualcosa di semplicemente divertente e simpatico. A parer personale è il gioco che mi ha divertito di più da realizzare”. Le chicche non mancano visto che “Per l’occasione, da bravi vecchiacci che siamo, ci siamo rivisti tutti i film di Indiana Jones. E lì abbiamo deciso di aggiungere i teschi di cristallo da recuperare come extra”. L’approfondimento prosegue, le info si susseguono senza sosta: “Adventure Bit può sembrare un gioco piccolo, ma abbiamo sperimentato un approccio di game design totalmente differente con il passato. Ovvero la difficoltà è crescente, con una curva davvero bassa all’inizio, per poi diventare sempre più duro. Il risultato è secondo noi (e molti feedback ricevuti) soddisfacente”.

Easter Eggs e curiosità

Il team ci confida che “Ci sono due easter eggs nascosti. Il primo possiamo svelarlo senza problemi: nei totem in gioco e nella copertina, si possono scorgere i due volti dei programmatori: uno con gli occhiali [Enrico], l’altro arrabbiato [Sergio]. L’altro easter egg riguarda un
nostro gioco pubblicato in passato, per vederlo è necessario semplicemente terminare l’avventura in tutte le modalità!”. Ed il titolo ci nasconde qualcosa? Adventure ci sta visto che il platform è a tema.. ma il bit? Ecco la risposta “Quel BIT finale nel titolo è una sigla che abbiamo usato anche con Abduction Bit del 2016. L’idea è di creare una piccola serie di giochi minimali con questo stile. Quindi in futuro non escludiamo un terzo capitolo”. E noi saremo qui, trepidanti, pronti per giocarci fino alla morte!

Riflessioni del Biker

Sono obsoleto, non vecchio. E da buon obsoleto sono sempre più contento di poter giocare a qualcosa di old school. Il tempo a disposizione è sempre risicato e mettersi a vagare in qualche open world non paga il tempo investito nel farlo. Una sana, buona e diretta partita alle glorie del passato o a titoli come questo Adventure Bit lascia addosso quel senso di soddisfazione e spensieratezza che provavamo in quella golden age videoludica. A colpi di frusta ci facciamo largo tra rovine misteriose e templi di epoche antiche. I nemici non mancano, l’azione è incalzante ma mai soffocante. Ci sono trappole degne dei film di George Lucas ma con un un po di pratica nei movimenti sono superabili. La difficoltà è bilanciata in maniera praticamente perfetta, si ha sempre l’impressione di poter procedere pur nelle difficoltà e ciò non porta mai ad avere quella terribile sensazione di inettitudine. I livelli sono tanti e la chicca della modalità due giocatori insieme su schermo porta longevità e divertimento al top.

Un gioco che piacerà sicuramente agli obsoleti come me ma che potrà stupire anche le nuove leve che hanno forse bisogno di fare un viaggio nella pixel art, districandosi tra piattaforme e salti da compiere con precisione. Qui c’è il LINK per il download, e sinceramente al prezzo di 1,59 euro merita alla grande. Una piccola cifra per un grande gioco che ha il pregio di fiondarci in un epoca dove tutto aveva un sapore diverso, dove i giochi non volevano sembrare una replica della realtà ma una dimensione parallela ad essa. Ed è così che è bella che sia, ci si ritagliava un angolo tutto nostro dove mettere tutto da parte e vivere le nostre avventure pixel dopo pixel. Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi direttamente dal nostro blog.

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Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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