Power Racer per Game boy

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Ciao a tutti amici di commodoreblog.com, continua il nostro viaggio alla riscoperta dei tesori perduti del Game Boy con Power Racer.

Power Racer, poco conosciuto

Le mini cartucce sono state l’ossessione di alcune generazioni ma ora stanno diventando, in alcuni casi degli oggetti di culto. I nomi leggendari sono sempre i solito, come nel caso dei vari Mario, Wario e Donkey Kong. Questa volta dalla vetrina tiro fuori una vera e propria chicca per estimatori e cultori del genere. E’ un pezzo apparentemente anonimo ma che ha, per gli amanti dei videogames un forte valore simbolico: Power Racer.

Power Racer, come si presenta

Questa simpatica cartuccia vede la luce nel 1991 grazie al team dei Graphic Research. La copertina raffigura due auto da formula uno e la mia curiosità sale non di poco. Accendo lo spettacolare Retroflag Gpi Case, di cui a breve andrò a fare un’approfondita recensione, e carico l’emulatore Game Boy. Scelgo la rom e si parte. Schermatina ben fatta con la macchinetta che si staglia fiera sul piccolo schermo. La musica in sottofondo è davvero ben realizzata, i suoni sono cristallini e la melodia accattivante. Me la ascolto di gusto e solo dopo un po pigio il pulsante start.

Tre modalità di gioco

Qui si accede al menù di selezione modalità e ve ne sono tre: Normal 1P, Special 1P e Special 2P. Non potendo per ovvi motivi vedere la modalità doppio mi lancio in quella single player. La musichetta è cambiata ma anche qui tanta roba e mentre ascolto scelgo la modalità Normal. Appare una schermata di Round Select: io non sapendo bene come muovermi parto da zero e pigio end per proseguire. La musichetta cambia nuovamente, diventa incalzante. Appare la schermata di gioco e in quel preciso istante metto immediatamente in pausa. Aspettate un attimo: Power Racer, anno domimi 1991, ma qui abbiamo a che fare con una vecchia conoscenza.

Power Race, alias Head On

Faccio un search nel mio archivio cerebrale e arriva la risposta: questo gioco è Head On! Si tratta di un vecchio gioco da bar della Sega datato 1979. Questa prima modalità Normal mi pare veramente identica, non mi resta che giocarci e valutare. Il campo di gioco è costituito da una pista quadrata con quattro corsie e le due auto partono schiena a schiena, in basso, e procedono quella avversaria verso sinistra e la nostra verso destra.

Che si deve fare?

Lo scopo del gioco è basilare: ripulire lo schermo dai pallini per passare la livello successivo. Il labirinto è disposto a quadrati disposti “ad offset” l’uno dall’altro: alle quattro direzioni cardinali sono presenti spazi vuoti in cui un’auto può cambiare corsia e questo fattore è fondamentale nel gioco. La nostra auto non può tornare indietro né fare inversione, il giro si svolge sempre nello stesso senso, ovvero antiorario.

Occhi ai frontali

L’auto avversaria è lì per impedirci di ripulire il livello, essa corre in senso orario perciò si deve prestare attenzione, il rischio di fare un frontale è veramente elevato. Per questo ci sono le parti interrotte sulla pista, per permetterci di cambiare corsia, evitando così la seconda monoposto, e nel frattempo ripulire il livello. Col pulsante A del gameboy si può accelerare, questo ci permette di prendere le distanze e anticipare le mosse del computer. Si può ovviamente anche rallentare e dopo pochi minuti capisco quanto sia fetente questo gioco.

Power Racer, procedere nel gioco

Si deve cercare di pensare quel mezzo secondo prima e di compiere le nostre manovre solo quando saremo assolutamente certi della strada presa dal computer. In caso contrario è quasi scontato che ci si troverà muso a muso con l’altra vettura e, visto che non si può cambiare senso di marcia, lo schianto sarà inevitabile. I livelli in totale sono 10, vanno dallo 0 al 9, e dal livello 5 la sfida diventa realmente snervante perchè avremo contro ben due auto.
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Ogni 30000 punti si guadagna una vita extra alle due che ci vengono date inizialmente. Questa modalità è la conversione spiccicata del vecchio arcade da Bar ed è realizzata molto bene. Il concept iniziale era di per se assai limitato e schematico perciò non è stato un problema replicarlo al meglio sulla piccola console di casa Nintendo.

La modalità special

Andiamo ora ad analizzare la seconda modalità, ovvero la Special 1P. Subito il discorso si fa più complesso con una schermata di selezione livello, da 1 a 3, e subito a fianco una finestra di selezione round, da 0 a 9. Questa modalità a mio avviso è quella che va giocata sempre. La nostra pista quadra si arricchisce di bonus e anche di ostacoli e imprevisti, rendendo il livello di sfida e divertimento molto migliore. Avremo a che fare con molteplici variazioni al gioco: ad esempio un diverso layout di corsia, chiazze di olio che causano un testacoda della macchina o nastri trasportatori.

Più varietà e Power Up

Ci sono anche alcuni power-up che appaiono casualmente in pista e devono essere raccolti entro un periodo di tempo limitato. Molti di questi non si attivano all’istante e possono essere utilizzati in un momento opportuno. I potenziamenti sono una bomba, che fa girare un nemico vicino, un salto di livello, una vita in più, uno scudo, un nemico che rallenta e uno che fa girare tutte le auto. La varietà finalmente rende il gioco degno di essere giocato, gli elementi aggiuntivi sono una variabile che rende il tutto molto più divertente anche se a volte da l’idea di essere caotico. Qui si gira in entrambi i sensi non solo in uno, anche se questo cambio di marcia accade sempre a causa di nastri trasportatori e chiazze di olio: se devo definire questa modalità di gioco con una parola userei “imprevedibilità”.

Power Racer, impressioni personali

Non è tutto oro quello che luccica cari lettori, la meccanica di gioco resta abbastanza monotona e soprattutto snervante. Il non poter invertire a piacimento il senso di marcia alla lunga ti mette addosso una sensazione di casualità nel fare le cose, trovarsi spesso a fare frontali senza poter fare nulla snerva. E ogni volta si ricomincia col livello pieno da rifare. Che ci volete fare, Head On era questo e in questo la conversione è ineccepibile. E’ proprio la dinamica di gioco vetusta a rendere questo titolo a mio avviso poco longevo.

Pac Man? Ma dove?

Head on è stato considerato da più parti l’antenato di  Pac Man  ma personalmente trovo questa affermazione al limite del ridicolo. Non basta un labirinto elementare e dei puntini da prendere per fregiarsi di questo onore. Se così fosse la metà dei titoli usciti prima del 1980 potrebbero fregiarsi di cotale nomea. Vi saluto cari lettori, Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento a presto! Ecco qualche consiglio per voi direttamente dal nostro Blog!

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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