ARCADE STORY – Giorno tre (1993)

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Pole Position II

Come un naufrago tra le onde Harry prova a trovare una rotta per capire cosa gli stia capitando. È davvero il due agosto 1993 ?

Con l’occhio fisso sul grande orologio digitale posizionato sopra l’agenzia del turismo guardo pensieroso quella data, quel due agosto 1993. Ormai sono certo che sono tre giorni che vivo questa bizzarra avventura ma non riesco a progredire, mi sento fermo. Vivo le mie giornate senza un calendario, ogni giorno è differente ma è lo stesso giorno. Ho così cominciato come una volta, come il 1993.. Ho preso e lanciato in un bidone lo smartphone ormai senza vita e su un foglio di carta mi sto segnando data, ora, nomi di persone, locali. E quella scritta, quella sigla: w.i.l.d..

non essere più eternamente connessi e rintracciabili è una sensazione fantastica

Sono sincero, non essere più eternamente connessi e rintracciabili è una sensazione fantastica. Sono qui, su questa panchina.. Prima avrei avuto sempre un occhio sulle mille app del telefono, totalmente incurante di ciò che mi accadesse intorno. Ora no, ora vedo le persone, le auto passare.. Sento i suoni, il brusio, i rumori. Perfino i profumi mi sembrano più veri. E vedo la gente camminare ritta, a testa alta.. Parlano, ridono, sono assolutamente vivi in questa realtà. Pare un controsenso dannazione: in una realtà che ancora non so cosa sia sono tutti estremamente vivi mentre nella realtà in cui mi ero abituato a vivere eravamo tutti morti. Ma io ci ho vissuto in questo modo, ci sono passato: essere così era la norma non una stranezza.

Internet era più un concetto astratto

Un ragazzino entra in una cabina del telefono, quelle arancioni di una volta. Infila la tessera e fa una telefonata.. Cavolo, nemmeno le ricordavo più le cabine telefoniche! Internet era più un concetto astratto, nel 1991 nacque il world wide web.. Nessuno ne sapeva nulla.

Mi domando se nella realtà da cui arrivo non siamo ormai tutti in catene, legati e dipendenti da tutto ciò, dal web.

Alcuni, negli anni 2000, hanno trovato un collegamento tra la cabala, il numero 6 e l’alfabeto ebraico dicendo che www e 666 si equivalgono. Ci ho sempre riso di gusto su queste complottistiche notizie ma ora, seduto su questa panchina, al sol pensiero mi pare tutto incredibilmente vero: sul nuovo testamento è scritto che solo chi riceveva il marchio sulla mano destra e sulla fronte potesse comperare e vendere… Nel mondo moderno ora, e solo ora, vedo chiaro il legame: www ha marchiato e legato tutti in egual misura. Non avere il marchio è come esser nel ghetto, tagliati fuori.

Questa sensazione di libertà mi elettrizza

Beh sono stato già troppo qui seduto, non riesco a stare fermo.. Questa sensazione di libertà mi elettrizza. Mi alzo e cammino, senza una meta precisa. Non ricordo l’ultima volta in cui fui così contento di camminare, di guardare il mondo a testa alta. E in tutto questo guardare scorgo in lontananza una piazza con qualcosa di interessante sotto un porticato. Affretto il passo e in pochi istanti mi ritrovo innanzi ad un bazar, uno di quei posti dove trovi dal costume orrendo al materassino da mare trasparente. Posti che il futuro ha quasi cancellato ma che qui, in questa nuova realtà, esistono. Ma a fianco al bazar vedo alcuni cabinati comparire attraverso delle vetrate.

Entro in una sorta di ambiente dove l’aria è pesante…

Una piccola porta mi invita ad entrare, sopra ad essa una scritta al neon: Play Game… Una piccola sala giochi, quelle vere di un tempo!! Entro in una sorta di ambiente dove l’aria è pesante, un misto di caldo afoso e il fumo denso di chissà quante sigarette. Mi dirigo verso il piccolo banco dove un ragazzo riccio con spessi occhiali sta leggendo una copia di HM, una famosa rivista rock e metal dell’epoca. Ha indosso una maglietta dei Metallica, una delle mie band preferite.. Mi viene spontaneo attaccare bottone con un metallaro come me

“Ciao, mi dai 5 gettoni?” allungando 1000 lire. “Grandissimi I Metallica!!”

aggiungo con un non so che di fottuto orgoglio. Il ragazzo si illumina, pesca dal cassetto 5 pezzi e me li mette sul bancone. Dopo di che mi parla con gioia “I Metallica sono i migliori.. A giorni dicono esca il nuovo album, si chiama and justice for all.. Il primo senza il mio idolo cliff”.

Il primo posto che vedo è il cabinato di un videogame: Pole Position II

La sua gioia è per me come un treno in pieno petto. Sento un peso incredibile sul torace. I conti non tornano.. Mi giro, mi voglio sedere. Il primo posto che vedo è il cabinato di un videogame: Pole Position II.. Era e rimane uno dei miei giochi di guida preferiti di sempre. Metto il gettone e pigio un bottone. Mi accorgo di non avere più saliva in bocca. La schermata di selezione dei circuiti è lì..

Aspetta solo me

Oltre al classico circuito di Fuji ereditato dal primo capitolo qui ci sono altri tre circuiti: test che ricalca la famosa pista di Indianapolis, seaside che è niente popò di meno che il circuito di Long Beach e infine l’ostico tracciato di Suzuka. Inizio a farmi un giro proprio qui ma la mente non è connessa.. Mi faccio distrarre dal grande effetto velocità per un gioco uscito nel 1983. La leggendaria ruota panoramica mi fa andare letteralmente dritto in una curva stretta e così il mio giro secco è una schifezza. Non da meno la gara dove ho modo di ammirare più volte l’accurato sprite dell’esplosione della mia monoposto.

Non ci siamo..

And justice è uscito a fine agosto ma del 1988!! Il gettone dopo lo butto per il circuito seaside e i suoi grattacieli sullo sfondo. Vado in po’ meglio di prima ma nella mia testa c’è un conflitto in corso, una disperata necessità di capire non dove mi trovo ma quando!!!

I cabinati hanno tutti lo schermo grigio, proprio come mi successe pochi giorni fa…

Devo isolarmi e decido di utilizzare il sistema del giro in macchina: gettone e circuito test, un ovale. Vado che è una meraviglia, sento i pensieri staccarsi. Pole position e gara praticamente perfette. Posso scrivere il mio nome nella classifica!! Scrivo MAS, tre lettere. Esco dal cabinato. Sono da solo, non c’è nessuno neanche il rocker alla cassa. I cabinati hanno tutti lo schermo grigio, proprio come mi successe pochi giorni fa nella sala giochi del drago!!! Vedo stavolta la porta aperta esattamente dove la ricordavo e senza contare fino a tre mi fiondo fuori col cuore in gola. Un paio di persone li vicino si spaventano a vedermi correre e quasi inciampare, mi guardano con sospetto.

Cerco di calmarmi

mi guardo intorno: il bazar, nella piazza a sinistra una maestosa chiesa, davanti a me una lavanderia e una gelateria. A destra la via che conosco, quella con i pini marittimi! Decido di andare a destra, mi rassicura pensare di andare verso qualcosa che mi sia meno oscuro.. All’angolo c’è lui, Lucius Wagner! Pareva sapesse perfettamente che sarei passato di lì.

Lucius mi stava parlando senza dire una sola parola…

“Quando siamo? Cioè volevo dire.. È il 1993 ? Dimmi la verità.. Sono morto? Questo è quello che c’è dopo la morte, almeno per me?”… “Ricorda, pensa. Ti trovi dove sei dentro di te. Raccogli le informazioni, all’inizio non è facile”. Lucius mi stava parlando senza dire una sola parola “Odio quando fai così – ribatto con rabbia – quando mi entri in testa”. Lucius sorrise, mi fece l’occhiolino e si girò.. Indossava una maglia bianca con dietro il disegno stilizzato di una specie di cervello e la scritta w.i.l.d. Presi dalla tasca il mio foglio al quale aggiunsi nuove notizie e il nome di quella strana sala giochi e l’anno…il 1993

Ora so dove andare

mi incammino sulla sinistra. Pochi minuti e sono davanti al Bar di Melinda.. Non faccio tempo ad entrare che lei esce fuori e mi abbraccia sorridente. Mi sento meglio.. L’orologio appeso alla parete indica il 2 agosto 1993.

To be continued…

E dopo aver parlato di Pole Position Il vi consiglio qualche nostra fatica

Spriggan Powered

Nam 1975

ARCADE STORY – giorno due

Michele Novarina

Mic, tre lettere come negli highscore di una volta. Appassionato di videogames dagli albori degli anni 80.

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